Judo Italiano - La libera informazione - Riflettere fa bene
Le nostre e le vostre riflessioni sul Judo e la sua evoluzione
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イタリア柔道
Riflessioni di Judo Italiano
La mente delle Arti Marziali CSEN e non solo
Il Maestro Franco Penna io l’ho conosco bene. Abbiamo praticato insieme Judo e Kendo, e so quanto ha faticato per portare avanti questo sport all’interno dello CSEN
Se c’è uno che non deve dire grazie a nessuno per essere arrivato lì, dove sta ora, è sicuramente Franco Penna, il Maestro Franco Penna. È venuto da lontano e ha saputo prendere il treno che gli è passato davanti e l’ha comandato e lo comanda fino ad oggi. Un treno difficile perché ci sono sempre avvoltoi che vogliono rubare quello che si &egra
“Gli insegnanti devono imparare prima”
Introduzione al numero di aprile 1940 del numero mensile della rivista “Jodo”. Scritto da sua eccellenza
Nango Jiro, presidente del Kudokan.
Per insegnare agli altri, dobbiamo prima imparare noi stessi. “ Il miglior esempio di questo è che non possiamo insegnare judo senza praticarlo da soli. Non sarebbe esagerato dire che il defunto Shihan Kanu ha scelto le parti migliori del jujitsu, yawara ecc. dal passato e gli ha dato il nome judo, che è l’origine di quasi tutte le arti marziali che ora si chiamano &ldquo
La Leonessa del tatami
Stare vicino a lei e come essere entrato nella storia del judo italiano. La donna più potente del judo italiano, sembra dura per i tratti del viso ma i suoi occhi e la sua frezza bianca nei suoi capelli ti fanno capire come è tenera. Le sue rughe non hanno a che vedere col passare degli anni, le sue rughe raccontano la storia.
La ragazza è stata sempre abituata a combattere. Lo faceva In mezzo alla strada o con i suoi amichetti di scuola. Era, per così dire, una “maschiaccia” e non si tirava indietro a niente però aveva le sue regole che non ha mai dimenticato: non si poteva tirare i capelli, stringere le dita, sputare… Avrebbe voluto fare la pallanuotista o la calciatrice ma, per
La “Ragazza” del Judo
Con la “ragazza” ci vediamo all’esterno, io in auto e lei in piedi di fuori, complice il covid che questi anni detta le nostre vite e fa si che non possiamo avere più contatti con i nostri amici. La ragazza in questione è il Direttore Tecnico delle Nazionali di Judo, Laura Di Toma. Io la chiamo sempre ragazza perché per me, è sempre uguale a se stessa
Dignità del praticante di Judo
La corretta postura.... ".. è enfatizzata nella pratica di Kata e Randori, e tutti i movimenti sono eseguiti con agilità e compostezza.La pratica inizia sempre e finisce con un rei, e il dojò è un luogo dove le maniere sono raffinate.Non si può però dire che tutti i praticanti di Judo si stiano impegnando per questa auto disciplina.Se l’intento &egr
Le lacrime di Alice
di Redazione
Ho visto questa foto di Alice Bellandi e mi ha preso un colpo al cuore. Un dolore immenso che non si placa. La foto nasce da una critica fatta da giornalisti che non capiscono il judo o che non sanno niente dello sport agonistico e cosa comporta. Ho letto anche che Alice vuole abbandonare la categoria 70 Kg e vuole passare a 78 Kg. Anche io, con “Judo Italiano”, sono stato duro alcune
Storie Mondiali aspettando le Olimpiadi
Storie di donne Mondiali
Ci sono molte storie che andrebbero raccontate guardando questi mondiali. Voglio ricordarvene alcune perché vale la pena di essere raccontate in quanto anche queste fanno parte del patrimonio del judo. La prima è la salita e la discesa di due atlete canadesi. “In primis” c’era la nipponica/canadese Deguchi Christa che non avendo potuto far parte della nazionale gia
In ricordo di David Khakhaleishvili
Ho ritirato fuori, dalla cartellina delle vecchie interviste, la sua e questo è il resoconto.
“Io non sono russo!” "e faccio chidaoba"
Ha saputo la notizia proprio ora, David Khakhaleishvili è morto circa un anno fa. Lo conobbi a Barcellona ‘91. Visto che era tanto forte che cercai di intervistarlo. Ho ritirato fuori, dalla cartellina delle vecchie interviste la sua e questo è il resoconto. Come seppe che ero un giornalista mi disse: “Io non sono russo” Onestamente mi stupii. Combatteva
“Da dove veniamo, dove andiamo ma, soprattutto, chi paga?” (cit. Woody Allen)
“Prima de prima” lo diceva sempre il Maestro Otani
Giusto per dire, ma…da dove veniamo? Lo sappiamo? Per capire. Quale sono state le nostre origini? Perché è importante, non credete? Come si è arrivati al judo di oggi? Prima de prima chi erano stati i nostri avi, quale judo si faceva in Italia, chi sono stati i primi Maestri che hanno portato un vento nuovo nel judo italiano. Troppe domande? Avrebbero bisogno di una ris
Fabio c’è !
Ai miei tempi, sarebbe stato un 71Kg naturale ma ai tempi odierni ha dovuto faticare parecchio per approdare al suo peso. È passato dai 60 Kg ai 65 e, poi, con non poche sofferenze è approdato ai 73 Kg che gli si confà tutto; non deve fare il calo peso snervante che avrebbe dovuto fare se fosse rimasto ai 65. Il calo di peso, a questi livelli, ti manda fuori di testa e gli alt
Judo si, judo no.
Nel mio ultimo libro “judo si judo no” ho cercato di avvalorare la mia tesi sul judo attuale, allegando una infinità di dati statistici dal 1924 al 2018, (quantità di atleti partecipanti alle varie gare di judo che si susseguivano negli anni, la loro nazionalità,i vincenti delle gare, le varie categorie di peso che si sono succedute,l’apertura all’agoni
Nuovo Regolamento IJF
Come promesso ad inizio anno, l’IJF (International Judo Federation) ha analizzato questi primi mesi di combattimenti con il nuovo regolamento,ed ha deciso di apportare delle modifiche.Queste entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2018, e con ogni probabilità non ci saranno ulteriori nuove regole prima della finedel ciclo olimpico. Il regolamento del prossimo anno, dunque, d
Marino Marcolina
Sono arrivati in tanti, nella palestra dello Skorpion Pordenone, per testimoniare a Marino Marcolina l’affetto, la stima e la riconoscenza maturati in 30 o 40 anni di frequentazione e pratica judoistica. E da parte di chi non ha potuto esserci, è arrivata una lettera o un video-saluto per celebrare Marino ‘Maestro Benemerito’. Testimonianze, tutte vere, sincere, toccanti,
Cinture Bianche, Gialle, Arancioni, Verdi, Blu, Marroni, Nere e…Grigie
Da sempre, dal primo giorno che ho incominciato la pratica del Judo, ho sempre vissuto il passaggio di grado delle cinture come una cosa seria vale a dire come quel momento che certifica il grado di apprendimento raggiunto. Il maestro ci raccomandava di seguire e richiedere sempre l’aiuto del compagno che ci precedeva nell’attività anche se superiore di un solo grado (amicizia e
A che (chi) servono questi quattrini?
Mi voglio soffermare sui corsi (obbligatori) per insegnanti di Judo che i vari comitati regionali devono ogni anno proporre ai tecnici delle proprie regioni, corsi che dovrebbero migliorare l’aspetto tecnico o quanto meno coprire alcune lacune che nella carriera degli aspiranti allenatori sono inevitabili vista la pochezza dei corsi per l’attribuzione della qualifica. Non sono contrari
Il Judo è stato punito.
Finalmente ci siamo riusciti c’è ne è voluto di tempo ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Il Judo è stato punito, smembrato svuotato di tutti i suoi contenuti tradizionali, tecnici, ideologici e quant’altro ognuno di noi per decenni ha cercato in esso. C’è voluta l’unione di tantissimi cervelloni delle varie sigle UEJ, WJA, AJA, AJC. (cancella
Scuola di Judo o palestra di Judo?
Un giorno mentre facevo segreteria nella nostra Associazione si affaccia una signora e mi chiede quali sport si praticano nella nostra palestra e cosa potevamo proporre per il proprio figliolo. Essendo la nostra una polisportiva ho illustrato tutte le attività fornendo informazioni sulle discipline e sui costi e alla domanda se il Judo è lo sport di base della nostra Associazione la
Scuola o società sportiva?
Qual è il nostro ruolo nell’ambito del sistema sportivo? Siamo insegnanti o semplici appassionati? Da molto tempo sento parlare di società sportive di judo, di palestre, di centri sportivi e tutti questi termini non fanno altro che svilire il judo e la sua pratica. Il judo si insegna e l’insegnamento avviene in una scuola, non può avvenire in nessun’altra se